giovedì 13 ottobre 2016

Gli scheletri nell'armadio degli orrori e della vergogna del Risorgimento




La rivolta del 28 Luglio 1861 a Gioja in Terra di Bari


Cognomi e Nomi delle persone uccise o fucilate il 28 Luglio 1861
01 *Stasi Federico
02 *Pavone Vincenzo
03 *Pellicoro Giuseppe Donato
04 Lozito Francesco
05 Quaranta Cosimo
06 Abbruzzese Francesco
07 Dell'Erba Carlo
08 Viesti Pasquale
09 Milano Francesco
10 Pellegrino Francesco
11 *Matarrese Francesco Paolo
12 *Aquilino Maria Luigia
13 *Matarrese Giuseppe
14 Spada Saverio
15 Stasolla Angelo Nicolo
16 Bellino Vito Giacomo
17 Serra Domenico
18 Grandieri Pietro
19 Buttiglione Nicolo
20 Buttiglione Filippo
21 Cuscito Giovanni
22 Angelillo Cesare
23 Petrera Francesco
24 Colacicco Gregorio
25 Antonicelli Vito Leonardo
26 Colacicco Vito
27 Surico Francesco
28 Donvito Giacinto
29 Lippolis Filippo
30 Losito Francesco
31 Panessa Donatantonio
32 Panessa Filippo
33 Milano Pasqua
34 Romano Vito Domenico
35 Lattarulo Giuseppe
36 Lattarulo Leonardoronzo

37 -Cuscito Vito Lonardo

38 Fico Pasquale
39 *Laera Michele
40 Vernile Gaetano
41 Capurso Giuseppe
42 Semeraro Sebastiano
43 Galatola Filippo
44 Montenegro Pietro


Cognomi e Nomi delle persone uccise o fucilate il 29 Luglio 1861
45 Ripa Vito Lonardo
46 Addabbo Tommaso
47 Spada Giuseppe
48 Petrera Maria
49 Surico Vito Filippo
50 Silvestri Giuseppe

--> 51 Laneve Giuseppe


Cognomi e Nomi delle persone fucilate il 30 Luglio 1861
52 Antonicelli Francesco


Cognomi e Nomi delle persone uccise o fucilate il 28 Luglio e sepolte il 30 Luglio 1861
53 Rizzi Francesco
54 Indellicati Francesco


Cognomi e Nomi delle persone fucilate il 31 Luglio 1861
55 Benedetto Filippo
56 Venere Pietro
57 Venere Giuseppe
58 Castellaneta Vitantonio
59 Losito Nicolo
60 Colaninno Giovanni
61 Lenoci Raffaele
62 Anelli Felice
63 Lamanna Francesco Paolo
64 Pace Vincenzo
65 Colacicco Donato

--> 66 Indellicati Pasquale
--> 67 Nicastri Antonio


Cognomi e Nomi delle persone fucilate il 2 Agosto 1861
68 Bellacicco Biagio
69 Dragone Rocco
70 Pace Giuseppe
71 Pace Domenico
72 Scarpetta Matteo
73 Giove Domenico


È un elenco di Cognomi e Nomi che, a degli ignari lettori, non dicono molto.
Il dramma di tante famiglie viene nascosto agli occhi di tutti.
È il momento che coloro che non sanno (o fanno finta di non saperlo), sappiano con quali crimini è stata fatta "l'unità d'italia", e come è stata portata avanti la conquista e l'annessione del Regno delle Due Sicilie al Regno savojardo piemontese.


* Con l'asterisco sono contrassegnati i Cognomi ed i Nomi dei filopiemontesi (ossia Liberali, Guardie Nazionali o persone favorevoli al nuovo Regime savojardo) uccisi dai rivoltosi.

01 *STASI Federico, era un ragazzino di circa 12 anni, penultimo figlio di Don Giuseppe (Agrimensore) morto anni prima.
Viveva con la madre e con i suoi fratelli e sorelle nella loro casa situata in Strada San Francesco.

02 *PAVONE Vincenzo (Barbiere di anni 23)(in verità aveva 22 anni), figlio di Francesco (Barbiere) e di Eloisa (Luisa) Ceppaglia (domiciliati in Strada Albanesi).
Guardia Nazionale (celibe)

03 *PELLICORO Giuseppe Donato (Ferraro di anni 38), figlio di Donatantonio (Mugnaio) e della fu Maria Teresa Antonicelli (domiciliati in Borgo San Vito)
(domiciliato in Strada Casale, vedovo di Maria Rizzi e marito di Serafina Oresta, avendo rimasto superstiti 5 figli minori del secondo letto)
Verso la fine del 1861 morì l'ultima dei 5 figli, dell'età di 15 mesi.
Guardia Nazionale

11 *MATARRESE Francesco Paolo (Tintore di anni 62), figlio dei furono Vitantonio (Possidente) ed Angela Mastrangelo,
domiciliato in Borgo San Vito (marito di Maria Luigia Aquilino).

12 *AQUILINO Maria Luigia (Filatrice di anni 56), figlia dei furono Giovanni Stefano (Contadino) e Marianna Lippolis,
domiciliata in Borgo San Vito (vedova di Francesco Paolo Matarrese) moglie e non vedova visto che furono uccisi insieme dai rivoltosi.

13 *MATARRESE Giuseppe (Falegname di anni 27), figlio dei furono Francesco Paolo (Tintore) e Maria Luigia Aquilino (domiciliati in Borgo San Vito),
domiciliato in Borgo San Vito (marito di Maria Spilotros).
39 *LAERA Michele (Falegname di anni 36, nato a Putignano), figlio dei furono Alessandro (Contadino) e Maria Pasquala Angelino,
domiciliato in Borgo San Vito (marito di Rosa Maria Mezzapesa).
Guardia Nazionale


- Con il trattino è segnato il neonato ucciso tra le braccia della madre.

37 -CUSCITO Vito Lonardo, di mesi 3, morto alle ore ??:?? del 28 Luglio 1861, figlio di D... (vittima dei soldati piemontesi e della G.N. di Gioja)
Nella spiegazione dei fatti dell'Architetto Vincenzo Castellaneta, non essendoci alcuna notizia su questo evento, è da pensare che volle nascondere il delitto "accidentale" commesso dai soldati piemontesi e dalle Guardie Nazionali di Gioja.


--> Questi Cognomi e Nomi sono stati inseriti nell'elenco perché erano compresi tra gli Atti di Morte redatti nei giorni dal 28 Luglio al 2 Agosto del 1861.

Non sono vittime della rivolta, ma sono neonati di pochi giorni (o mesi) morti di morte naturale.
Lo si evince dall'ora del decesso (per le vittime della rivolta non fu registrata alcuna ora).
--> 51 Laneve Giuseppe, di mesi 3, morto alle ore 13:00 del 29 Luglio 1861, figlio naturale di M...
--> 66 Indellicati Pasquale, di mesi 10, morto alle ore 24:00 del 31 Luglio 1861, figlio di F...
--> 67 Nicastri Antonio, di giorni 14, morto alle ore 17:00 del 1° Agosto 1861, figlio di G...


I Cognomi e Nomi non contrassegnati da alcun segno, sono i giojesi uccisi o fucilati dalla Guardia Nazionale di Gioja (e di altri Comuni) e dai soldati piemontesi.

Inizio con i parenti del Sergente borbonico Pasquale Domenico Romano.
Oltre alla fucilazione del fratello del Sergente, Vito Domenico Romano di anni 16 (avvenuta il 28 Luglio, giorno della rivolta), furono imprigionati:
il padre Vito Giuseppe Romano, il fratello, gli zii, i cugini (deportati insieme ad altri nel carcere di Trani) e la madre Anna Concetta Lorusso (deportata ad Acquaviva delle Fonti e sorvegliata speciale nel luogo di restrizione).
Al fratello del Sergente, mentre era detenuto nelle carceri di Trani, gli nacque una figlia.
La moglie era la sorella di Francesco Ferrante.

Francesco FERRANTE "Ciqquagna", dopo essere stato arrestato e processato, fu condannato ai lavori forzati a vita.
Morì nel luogo di pena dopo alcuni anni dalla sua condanna.
La madre morì una decina d'anni prima, mentre il padre morì pochi anni prima.

Francesco LARIZZA, anche lui arrestato e processato, condannato a 6 anni di lavori forzati, morì nel luogo dove stava scontando la pena.
Nello stesso luogo di detenzione dove morì il Larizza e, nello stesso anno, morirono tanti altri giovani (e alcuni meno giovani) del Sud Italia che erano originari di:

Lanciano (CHIETI - ABRUZZO) x 2
Acri (COSENZA - CALABRIA) x 3
Celico (COSENZA - CALABRIA)
Marano Marchesato (COSENZA - CALABRIA)
Sala (SALERNO - CAMPANIA)
Mazzagrogna (CHIETI - ABRUZZO)
Castel del Monte (AQUILA - ABRUZZO)
Campli (TERAMO - ABRUZZO)
Carunchio (CHIETI - ABRUZZO)
Lecce (LECCE - PUGLIA)
Molfetta (BARI - PUGLIA)
Fara San Martino (CHIETI - ABRUZZO)
Casalbordino (CHIETI - ABRUZZO) x 2
Foscaldo (COSENZA - CALABRIA)
Manduria (TARANTO - PUGLIA) x 2
Scerni (CHIETI - ABRUZZO)
San Giovanni in Fiore (COSENZA - CALABRIA)
Apice (AVELLINO - CAMPANIA)
Cipresso (TERAMO - ABRUZZO)
Montazzoli (CHIETI - ABRUZZO)
Maltignana (è Maltignano Provincia di Ascoli - MARCHE) - Anche se marchigiano e, quindi non di origine napolitana, anche lui fu vittima della follia omicida di criminali senza scrupoli che volevano riportare in auge l'Impero Romano con il suo simbolo nefando (fascio romano).
Dogliola (CHIETI - ABRUZZO)
Casalanguida (CHIETI - ABRUZZO)
Bari (BARI - PUGLIA)
Savalla (è Savelli CATANZARO; CROTONE_KR - CALABRIA)
Fragagnano (TARANTO - PUGLIA)
Putignano (BARI - PUGLIA)
Galatina (LECCE - PUGLIA)
Castelfrendano (è Castel Frentano CHIETI - ABRUZZO)
Pietracamela (TERAMO - ABRUZZO)
Guilmi (CHIETI - ABRUZZO)
Bitonto (BARI - PUGLIA)
San Marco (CATANZARO - CALABRIA)
Gioia (BARI - PUGLIA)
Corato (BARI - PUGLIA)
Morgia (TERAMO - ABRUZZO)
Tiriolo (CATANZARO - CALABRIA)
Serra Pedace (COSENZA - CALABRIA)
Rutigliano (BARI - PUGLIA)
Bonanotte (è Buonanotte CHIETI - ABRUZZO)
Villa Caldari, Comune riunito ad Ortona (CHIETI - ABRUZZO)
Castelluccio Valmaggiore (FOGGIA - PUGLIA)
Sersale (CATANZARO - CALABRIA)
Castelnuovo (CATANZARO - CALABRIA)
San Buono (CHIETI - ABRUZZO)
Castiglione Messer Marino (CHIETI - ABRUZZO)
Nereto (TERAMO - ABRUZZO)

In totale sono 51 persone del Sud Italia (più 1 marchigiano) che morirono in uno dei tanti luoghi di pena gestiti dai criminali piemontesi.
Si sente il bisogno di far conoscere ai professoroni di storia di questa "Repubblica" (sgovernata da QUALUNQUISTI-STATALISTI che stanno finendo di distruggerla), i Nomi di tanti Martiri napolitani che si immolarono per difendere la loro Patria da barbari ladroni venuti ad imporre la loro "civiltà".

Traggo ora alcuni passi dalle lettere di Massimo D'Azeglio a Diomede Pantaleoni.
Ecco cosa scriveva questa bestia immonda nel 1860:

Torino, 17 ottobre 1860
"   Insomma, caro sig. Diomede, si cammina sì o no? Per
un pezzo confesso che a vedere un simile ventre à terre,
credeva che si finisse per rompersi il collo. Ora mi par di
no. Ma in tutti i modi la fusione coi Napoletani mi fa
paura; è come mettersi a letto con un vaiuoloso! ..."


Genova, 12 dicembre 1860
"... Tu m'inviti ad andare a Roma per salute: ma sai,
se il padrone dello stabilimento sanitario abbia una ca-
mera libera da darmi? Credo che ai confini (che per
parentesi non so dove siano), mi piglierebbero a sassate
solamente a sentire il mio nome. ..."

"... Una cosa
sola mi dispiace, ed è che combattendo i Governi vecchi
per le loro mille porcherie se ne son fatte almeno altret-
tante; e si è dato loro un'arma in mano che non avrebbero
dovuto avere. Bisogna essere giusti: a bugie, trappole,
frodi il nostro Governo può dar dei punti all'Antonelli.
..."

E dire che, leccaculi di Stato, gli hanno dedicato strade e monumenti.

Al termine dell'invasione e della conquista, il savojardo Vittorio Emanuele II ed i suoi accoliti criminali al seguito, si spartirono il ricco bottino.
In Piemonte crearono Società Anonime ad hoc, per incamerare i danari provenienti dalla vendita all'asta dei beni confiscati ai religiosi ed ai napolitani rimasti fedeli al Re Francesco II.

Nei luoghi di pena, morivano anche coloro addetti alla sorveglianza, come: soldati, carabinieri ... ed i figli dei Comandanti che si portavano le proprie famiglie al seguito dell'esercito invasore.

I colonizzatori piemontesi hanno divulgato e fatto studiare nelle scuole italiane, i libri scritti da dei veri leccaculi di Regime, come: Edmondo De Amicis, Giosuè Carducci (... l'umil lecchino) ed altri.
La "vedetta lombarda" per quel leccaculo di De Amicis, era un eroe, mentre tanti dodicenni pastori del Sud Italia che avevano fatto da vedetta per i nostri Patrioti (appellati briganti), non è stato scritto alcun libro.
Sono stati uccisi dagli invasori piemontesi ed esclusi dalla verità storica.
È ora che scriviamo anche noi in ricordo di questi innocenti, vittime della peggiore progenie che questa nostra Antica Patria ha dovuto subire.
Facciamo sapere al Mondo che anche da noi ci sono state tante Anna Frank.
Quando quei criminali polentoni, con la scusa di fare "l'unità d'italia" hanno invaso un Regno pacifico, si sono comportati peggio degli spagnoli, degli austriaci e dei francesi.
Le nostre Anna Frank, erano analfabete e non hanno lasciato alcun diario; comunque, avevano sentimenti ed hanno provato le stesse sensazioni e subito le stesse privazioni e sopraffazioni che provò questa ragazzina ebrea.
Persecuzioni, rastrellamenti, arresti, deportazioni, fucilazioni!

Nessuna persona veniva rispettata dai criminali polentoni.
Anziani o bambini, venivano imprigionati senza alcuna distinzione.
Mazzei Maria Cecilia, di Panettieri (COSENZA), era detenuta nelle carceri all'età di 91 anni.
La famiglia Bruno composta da 4 persone (il cui soprannome era "l'etichetta"), fu arrestata a Decollatura (CATANZARO) per aver dato ricovero ai "briganti".
Ebbene, oltre al padre ed alla madre, furono portati in carcere anche la figlia Carmela ed il figlio Antonio di 7 anni.
Ad Orsogna (CHIETI), furono imprigionati la moglie del capobanda Salvatore Scenna ed i figli Difendente di anni 11 e Viola di anni 7.
A San Fele (POTENZA), furono imprigionati tutti i componenti della famiglia Remollino (compreso nuore, ecc.) tra cui Sebastiano di anni 11.
Come queste famiglie, tante altre subirono la stessa sorte.
La loro colpa?
Quella di aver aiutato i "briganti" sotto minaccia di morte o quella di essere parenti dei Patrioti che difendevano la loro Patria ed il loro Re.

Per non parlare di Silvio Pellico con il suo libro: "Le mie prigioni".
Per scrivere questo libro vuol dire che è uscito vivo dalle sue prigioni, mentre questi giovani del Sud Italia, che come tanti altri hanno combattuto per difendere la propria Patria, non sono ritornati vivi nelle loro case.
Se le galere borboniche erano come sono state descritte nei libri del Regime attuale, nel vedere il numero dei morti di cui ho segnato i luoghi di nascita (e di cui divulgherò le loro generalità), le galere di questi criminali mangiapolenta erano molto peggio.

Vi siete mai chiesti come mai a scuola dovevamo studiare su libri scritti e pubblicati in stragrande maggioranza da Autori del Nord italico?
È la maledizione che subiscono i Popoli che vengono sottomessi!


Non finisce qui, perché il Larizza (e tanti altri come lui) morì lasciando un figlio in tenera età.
La moglie, rimasta vedova, si risposò cercando di rifarsi una vita, ma ...

Quante famiglie rovinate e distrutte da questi criminali che si spacciano ancora oggi per "fratelli".
Quell'inno che ci hanno imposto di imparare nelle scuole, non contiene ideali di fratellanza, ma di sopraffazione!!!
Come loro, ed a volte anche peggio di loro, hanno fatto anche i collaborazionisti del luogo, coloro che hanno aiutato gli invasori a farci diventare i pezzenti d'italia.
Le prime teste mozzate furono quelle di 2 "briganti" calabresi, di cui un certo Angelo Cristiano di Bianchi_CS (presumo che era il cugino di Angelo Cristiano di Bianchi_CS, componente della Colonna guidata dal Sergente Romano), trofei destinati alla macabra raccolta del criminologo ebreo Cesare Lombroso.
Dopo aver collezionato tanti macabri resti, questo lurido personaggio con il benestare degli sgovernanti italiani dell'epoca, crearono a Torino il museo degli orrori del risorgimento.

La cugina di Francesco Ferrante, moglie di Domenico SERRA, fucilato anch'egli il 28 Luglio 1861, in pochi anni rimase letteralmente sola.
Morì la figlia di pochi anni, avuta con Domenico Serra; rimasta sola, andò a vivere nella casa dove viveva il padre.
Morto anche il padre, dopo alcuni anni si risposò cercando di rifarsi una nuova vita e ...

Pasqua MILANO fucilata insieme al figlio Cosimo QUARANTA, il 28 Luglio 1861, aveva altri due figli minori.
Sugli Atti di Morte redatti dai leccaculo collaborazionisti giojesi, non vi è alcun cenno.
Il marito di Pasqua Milano (nonché padre di Cosimo), nato a Castellaneta (TARANTO), fu arrestato e tradotto nelle carceri di Trani.
E i due figli minori a chi furono affidati? Chi li accudiva?
Il fratello di Cosimo, dopo più di 15 anni, si sposò cercando nella sua vita un po' di "normalità".
Dopo aver dato il nome dei genitori ai propri figli, all'ultimo nato diede il nome di Cosimo in ricordo del fratello fucilato.
Dopo pochi mesi questo neonato morì.
Nacque successivamente un altro figlio a cui ridiede il nome di Cosimo.
Dio sa con quanto amore avrebbe cresciuto quel figlio. Ma il destino volle che nemmeno il secondo Cosimo vivesse.

A quei leccaculi di giornalisti che parlano ancora di risorgimento e di massoneria, sentendosi soddisfatti di fare i parassiti di Stato con i soldi del Popolo italiano derubati con le tasse, chiedo solo che prima di parlare ancora di "unità d'italia" e brigantaggio, si sciacquassero la bocca con la varichina.

Quante lacrime ha dovuto versare il nostro Popolo, affinché quei criminali venuti dal nord di questa "nazione" realizzassero i loro macabri progetti!!!

Ma non è tutto! Il peggio deve ancora venire.


PETRERA Maria, Filatrice di anni 29, madre di due bambine in tenera età, fu fucilata il 29 Luglio 1861. Probabilmente era incinta di un 3° figlio.
Come vissero il marito e le sue due bambine?
Queste cose gli storici di Regime le tengono nascoste agli occhi dell'opinione pubblica.

Gli orrori commessi da quei criminali che a tutt'oggi vengono venerati come "padri" della patria, devono essere resi pubblici al Tribunale dell'Aja.
Devono essere processati come criminali di guerra per crimini commessi contro l'Umanità.
Non bisogna dimenticare che questi luridi personaggi, dopo aver reso Martiri tanti italiani che si erano opposti alla loro conquista, si spostarono in altri territori invadendoli, conquistandoli e sottomettendoli con la forza delle armi al loro volere.

Continua l'elenco dei Martiri giojesi morti per fare questa "grande nazione" sgovernata da ladroni e delinquenti di qualsiasi Partito.

ADDABBO Tommaso, fu fucilato il 29 Luglio 1861 lasciando la moglie e due figli in tenera età.

Queste cose, i professoroni di storia di Regime ed impenitenti papponi, parassiti e leccaculi di Stato, non le diranno mai.
Io, di questi stipendiati statali mangiapane a tradimento che non insegnano la verità, non ho alcun rispetto!!!

Continuiamo la "visita" nell'armadio degli orrori e della vergogna del risorgimento.

DELL'ERBA Carlo, Cretajuolo di anni 40, fu fucilato il 28 Luglio 1861 lasciando la moglie e 4 figli minori.
L'ultimo figlio nacque dopo circa 5 mesi dal giorno della sua fucilazione.

PELLEGRINO Francesco, Contadino di anni 27, fu fucilato il 28 Luglio 1861, lasciando la moglie incinta (che partorirà dopo circa 5 mesi dalla fucilazione del marito).

Qualcuno obbietterà che l'età risultante sui Registri degli Atti di Morte delle vittime non corrisponde all'età da me inserita.
Abbiate fiducia!
Le cazzate le sparano altri; io scrivo e rendo pubblica la verità!!!

SPADA Saverio, Contadino di anni 36, fu fucilato il 28 Luglio 1861.
Lasciò la moglie ed un figlio che, dopo pochi mesi morirà.

STASOLLA Angelo Nicola, fu fucilato il 28 Luglio 1861.
Lasciò la moglie e 6 figli minori d'età (l'ultimo dei quali nato nei primi mesi del 1861).

BELLINI Vito Giacomo, fu fucilato il 28 Luglio 1861.
Lasciò la moglie e 7 figli, alcuni dei quali minori d'età.

GRANDIERI Pietro, fu fucilato il 28 Luglio 1861.
Lasciò la moglie e 6 figli minori d'età (l'ultimo nacque dopo un mese dalla fucilazione del padre).

BUTTIGLIONE Nicola, fu fucilato il 28 Luglio 1861.
Lasciò la moglie ed 1 figlio nato un mese prima della morte del padre.


La continuazione di queste mie ricerche le inserirò in un libro che ho intenzione di pubblicare!


Vi faccio conoscere ora altri crimini opportunamente occultati, che contribuirono a creare e pubblicare Statistiche false fatte durante il 1° censimento (31 Dicembre 1861) del Regno d'italia e successivamente.
Il 1° censimento del 31 Dicembre 1861, fu effettuato nella gran confusione creata in seguito alla Guerra Civile fatta scoppiare dal Re savojardo e dal Cavour nel Regno delle Due Sicilie.
Loro due erano i mandanti (protetti dai governi inglese e francese) e Garibaldi doveva essere l'esecutore (con l'aiuto di molti morti di fame di Bergamo, del resto della Lombardia e di altre Regioni).
Più volte richiesto dal Governo borbonico, il Governo piemontese faceva finta di vigilare e pattugliare il porto di Genova.
Dopo la partenza dei "Mille" da Quarto, un messaggio arrivato da Cavour all'Ammiraglio Persano, lo informava della partenza e gli ordinava di fermare i due piroscafi.
Ma l'ordine ricevuto diceva anche di recarsi verso i due piroscafi il più lentamente possibile.
Dopo lo sbarco dei "Mille" in Sicilia e dopo le proteste ufficiali del Governo borbonico, il Governo savojardo rispondeva scrivendo che, se volevano che si fermasse la spedizione, si richiedeva in cambio la piazzaforte di Gaeta.
Non sto inventando niente.
Sfogliate e leggete decine e decine di libri e troverete anche voi l'Autore che diffuse queste notizie.

Apro una breve parentesi.
Il terrorista Giuseppe Garibaldi (che doveva giacere già da molti anni sotto due metri cubi di terra, se gli sgovernanti savojardi erano ligi e rispettosi delle loro Leggi), "graziato" dalla pena di morte a cui era stato condannato, era stato costretto ad abbandonare la Liguria sotto la pressione del Governo piemontese.
Doveva scegliere se essere perseguitato ed alla fine arrestato e giustiziato o partire per altri luoghi.
Il Governo piemontese gli offriva una certa somma di denaro per partire e gli garantiva un'annua pensione per il mantenimento dei suoi figli orfani di madre (che dovevano essere affidati ai suoi genitori che vivevano a Nizza).
Il generale Lamarmora, aveva intravisto in lui il personaggio che, all'occorrenza, sarebbe stato utile per servire il Governo savojardo in tempi favorevoli.
Il fratello, Felice Garibaldi, che venne in Puglia a fare "l'imprenditore" (secondo quanto scritto da persone che vogliono continuare a raccontare balle), era fuggito con un'altra persona dal carcere in Liguria dove erano stati imprigionati.
La prima loro tappa fu un Comune situato in Toscana, vicino al confine con la Liguria.
Arrestati, dopo varie vicissitudini vennero rilasciati (anche se era stata richiesta la loro estradizione).
Tra tante mete possibili, Felice scelse il Regno delle Due Sicilie, una Nazione povera, arretrata ed abitata da lazzaroni.
Tra tante Province, dove scelse di andare a vivere? In Terra di Bari (evidentemente non c'erano molti lazzaroni e venne lui ad ingrossarne le fila).
Oltre a fare "l'imprenditore" (commercio di olio verso gli altri Stati preunitari e all'estero, con navi battenti bandiera non borbonica per evitare l'embargo inglese), sotto sotto iniziò ad ordire le sue trame con i "galantuomini" locali in favore del Governo sabaudo.
L'accordo tra il Governo piemontese e Giuseppe Garibaldi comprendeva anche la chiusura di tutti e due gli occhi (ed anche qualche altro organo) sui reati commessi dai due fratelli.
Chiusa la parentesi.

Persone fucilate o uccise che non risultano nei Registri degli Atti di Morte.
Nel Registro degli Atti di Morte del Comune di Tagliacozzo, riferiti al Dicembre dell'anno 1861, non risulta alcun nome di coloro che furono fucilati con il lealista spagnolo Josè BORGES.
I resti del comandante spagnolo furono richiesti da alcuni emissari del Governo borbonico di Roma al generale Lamarmora, ma i corpi degli altri spagnoli e degli uomini del Sud Italia che componevano la spedizione che fine fecero?
Dove furono seppelliti?
Dei 23 uomini non vi è alcuna traccia.

Il Registro degli Atti di Morte del 1861 si chiude con la data, il timbro e la firma del Sindaco di Tagliacozzo:

Tagliacozzo li 31 Dicembre 1861
Il Sindaco
TIMBRO      Vincenzo Rosa

Con che tipo di dati i "liberatori" effettuavano le loro Statistiche?
Oggi le fanno stando comodamente seduti dietro una scrivania e pretendendo che, il "prescelto", risponda telefonicamente alle loro domande.
Così facendo, si garantiscono stipendi a pantofolai che non si disturbano nemmeno di recarsi presso il "sorteggiato" per svolgere il proprio lavoro.
Sapete perché c'è un solo Istituto di Statistica che effettua le "ricerche"?
Perché, dopo "l'unità d'italia", misero un medico garibaldino di origine lombarda a fare le Statistiche.
Al momento di confrontarle con le Statistiche fatte da altri, non corrispondevano mai.
Fu allora che fu dato tutto in mano ad un solo Istituto.
Le Statistiche così effettuate, se vere o false, nessuno può attestarne o contestarne la veridicità.
Basta vedere le Statistiche eseguite durante le votazioni politiche per rendersi conto di quante cazzate vengono spacciate per vere.

Di questi tempi il P.I.L. italiano è sempre in crescita, se si ascolta una fonte.
Un'altra fonte ne afferma il contrario.
Secondo il mio parere bisogna cambiare il "barbiere" del P.I.L.
Il P.I.L. non fa in tempo a crescere che, il "barbiere" di Stato (il dePILatore), lo taglia nuovamente (prelevando e spendendo denaro che non ha per Consulenze affidate ai compagni di merenda di Partito e facendo aumentare il debito pubblico).
È una prassi posta in atto ai danni del Popolo italiano da qualsiasi Partito al potere.

Adesso stiamo aspettando che i "grandi" della Terra rispettino l'annuncio dato il 19 Settembre 2016 a New York al Palazzo di Vetro dell'ONU.
I QUALUNQUISTI-STATALISTI mangiapane a tradimento e sgovernanti dei Popoli del Mondo, hanno fatto un annuncio clamoroso.
Lotta alla povertà!
(Come avrebbe detto Diego Abbatantuono in uno dei suoi film: "VIULEEEEEENZ"!!!)
La prima cosa che faranno, sarà quella di aumentarsi gli stipendi di Stato per i loro meriti e, creare, "nuovi" posti governativi da assegnare alle solite facce di culo di Partito, che da anni stanno depredando ed impoverendo i Popoli.
I poveri?
Possono continuare a morire di fame o arrangiarsi!!!

Di seguito riporto quanto scriveva, in una lettera del Marzo 1863, Antonio Petrozzi di Ascoli Satriano (FOGGIA) alla Commissione Parlamentare d'Inchiesta sul Brigantaggio.
Sono le immagini di due pagine originali della lettera scritta dal Petrozzi e le trascrizioni:









Ecco alcuni Cognomi e Nomi di persone fucilate nel 1863 in Sant'Elia a Pianisi (CAMPOBASSO) ed inseriti nel libro di Giovanni Saitto: "La Capitanata fra briganti e piemontesi".
Non risultano nel Registro degli Atti di Morte di questo Comune:

RAMBONE Tommaso, nato a Barletta (BARI)(BAT - PUGLIA)
RASPORTELLI Leonardo, nato a Cerignola (FOGGIA - PUGLIA)
RASTO Giuseppe, nato a Casaltrinità (FOGGIA) (attuale Trinitapoli)(BAT - PUGLIA)
ROBERTI Leone, nato a Candela (FOGGIA - PUGLIA)
ROMILO Antonio, nato a Torremaggiore (FOGGIA - PUGLIA)
ROSINO Pasquale, nato a Barletta (BARI)(BAT - PUGLIA)

Non vi sembra strano che inizino tutti per la lettera R?
Come se, gli invasori e conquistatori piemontesi, si fossero divertiti ed avessero estratto a sorte tutti i "briganti" carcerati che iniziavano con la lettera R.
Il macabro divertimento di chi sapeva che, meno erano i testimoni, e meno avrebbero saputo le successive generazioni.


A Bari dove i "briganti" fucilati furono tantissimi, nei Registri degli Atti di Morte, ne risultano solo alcuni.
Di questi "briganti", tanti furono fucilati nel Luglio del 1864, ma risulta il solo nome di un ex soldato borbonico di San Paolo Civitate (FOGGIA):
PENNACCHIO Giuseppe detto "Cicognitto" (Soldato sbandato di anni 26), figlio di Nicola ed Irma Francavilla, nato a San Paolo Civitate (FG) e fucilato alle ore 08:00 del 21 Luglio 1864.
E gli altri 13 uomini fucilati insieme a lui, in quali Atti di Morte sono stati registrati?
Ecco i loro Cognomi e Nomi (inseriti anch'essi nel libro di Giovanni Saitto: "La Capitanata fra briganti e piemontesi") e fucilati tutti a Bari il 21 Luglio 1864:

PALCONI Pietro, nato a Monte Sant'Angelo (FOGGIA - PUGLIA)
PAOLO Carminantonio, nato ad Apricena (FOGGIA - PUGLIA)
PAOLO Domenico, nato a Macchiagodena (ISERNIA - MOLISE)
PARLAPIANO Paolo, nato a Castelnuovo della Daunia (FOGGIA - PUGLIA)
PERRELLA Michele, nato a Celenza Valfortore (FOGGIA - PUGLIA)
PICCIRILLI Domenicantonio, nato a Motta Montecorvino (FOGGIA - PUGLIA)
PINZO Salvatore, nato alle Saline di Barletta (attuale Margherita di Savoja) (FOGGIA - PUGLIA)
POLVE Francesco, nato a Volturino (FOGGIA - PUGLIA)
PONTONIO Giuseppe, nato a San Severo (FOGGIA - PUGLIA)
PREMUCCI Donatantonio, nato a Bovino (FOGGIA - PUGLIA)
PRINCIPE Antonio, nato ad Apricena (FOGGIA - PUGLIA)
PRINCIPE Orazio, nato a Monte Sant'Angelo (FOGGIA - PUGLIA)
PROTA Matteo, nato a Monte Sant'Angelo (FOGGIA - PUGLIA)

(... continua la "tradizione" savojarda; a caso vengono sorteggiati quelli con il Cognome che inizia per P. Sono i prescelti per la fucilazione.)
(Il primo elenco dei fucilati a Sant'Elia a Pianisi può considerarsi un caso, ma se si continua con lo stesso metodo vuol dire che hanno voluto continuare nel loro macabro divertimento.)


4 Gennaio 1863 scontro a fuoco tra la Guardia Mobile di Altamura e gli uomini della Colonna guidata dal Sergente Romano, avvenuto tra i territori di Grumo Appula, Cassano delle Murge ed Altamura.
Nel Registro degli Atti di Morte, risulta solamente Arcangelo DE STASIO appartenente alla Guardia Mobile di Altamura, seppellito a Cassano delle Murge.
Dei 5 uomini della Colonna borbonica guidata dal Sergente Romano di Gioja, uccisi dalla Guardia Mobile di Altamura (almeno così annunciarono), non risulta alcuna registrazione in nessun Comune limitrofo.
Quando non sapevano i nomi, non registravano niente. Eppure erano persone.
Potevano scrivere: brigante ignoto, o altra dicitura, per far risultare il decesso di una o più persone.
Erano gli annunci dei "liberaloni", per fare pompa (come scriveva Antonio Petrozzi di Ascoli Satriano_FG, ai componenti della Commissione Parlamentare d'Inchiesta sul Brigantaggio).
Raccontavano di aver ucciso un certo numero di "briganti", ma nei Registri non risultava nulla.
In pratica si riempivano la bocca con notizie false, per far vedere che erano degni di percepire il soldo.


Veniamo ora al 5 Gennaio 1863, giorno dell'uccisione in combattimento del Sergente Romano e di 13 suoi uomini.
Nel Registro degli Atti di Morte, risultano solamente gli Atti riguardanti il Sergente Romano e Genga Donato di Taranto, catturato durante il conflitto (insieme ad Ignazio Semeraro di 14 anni di Martina Franca) e fucilato il 6 Gennaio presso il muro di cinta del vecchio Cimitero di Gioja.
Degli altri 13 uomini uccisi, nessun Atto di Morte è stato redatto.
I loro nomi erano:
RELLA Luigi di Santeramo in Colle (BARI - PUGLIA)
RELLA Simeone di Santeramo in Colle (BARI - PUGLIA)
  (figlio di RELLA Luigi)
?....... Giovanni di Crispiano (TARANTO - PUGLIA)
  (so il Cognome ed il Nome, che non è Giovanni, ma lo divulgherò a tempo debito)
CANNALIERE Giovanni di Francavilla Fontana (BRINDISI - PUGLIA)
VERGA Francesco Gaetano "il Monaco" di Grottaglie (TARANTO - PUGLIA)
  Allo "studioso" e "storico" giojese Mario GUAGNANO, la sera del Giovedì 14 Marzo 2013, diedi questa informazione da tenersela per se.
  Verso la fine del 2013, pubblicò la "ristampa" del suo libro e, dopo aver acquistato il suo libro, trovai con mia gran meraviglia: "..., il quinto, forse, è Giovanni Verga detto Il Monaco di Grottaglie, ...".
  Con che razza di gentaglia si ha a che fare!
  L'unico modo che ho a disposizione per esternare il mio disappunto è quello di sputtanarlo pubblicamente.
  Adesso lo sapete tutti qual'era il vero Nome del VERGA.
  Non ci si può fidare di nessuno!
LAZZARO Francesco di TARANTO (PUGLIA)
CONSERVA Giacomo di Alberobello (BARI - PUGLIA)
  (il padre era nato a Martina Franca)
?....... Francesco "Scarzone"
  (so il Cognome anche di questo)
ESPOSITO ?...... di Santeramo in Colle (BARI - PUGLIA)
  (so il suo Nome che inizia per G)
MALDARIZZI Giuseppe di TARANTO (PUGLIA)
QUARTULLI Don Angiolino di Ostuni (BRINDISI - PUGLIA)
GENGA Donato di TARANTO (PUGLIA)
  (fucilato il 6 Gennaio 1863)
ROMANO Pasquale Domenico di Gioia del Colle (BARI - PUGLIA)
  Sergente dell'esercito borbonico, difensore del suo Re Francesco II, del Regno delle Due Sicilie e della Religione Cattolica, morì combattendo.
  Fu ucciso dal Capitano dei Cavalleggeri di Saluzzo Carmine BOLASCO.
  Negli anni successivi, il Capitano BOLASCO per i suoi meriti criminali, riuscì ad ottenere il grado di Colonnello, diventando Comandante del Distretto Militare di Brescia.
Gli altri due uomini ignoti uccisi poco prima del combattimento del 5 Gennaio, facevano parte della Colonna guidata da Michele Turi, che si era unito insieme alla Colonna guidata da Francesco Saverio L'Abbate, a quella del Sergente per la spedizione sull'Alta Murgia barese per incontrare Crocco.
Erano di sentinella tra i campi e furono uccisi dopo che avevano esploso i colpi dei loro fucili sui Cavalleggeri di Saluzzo.


Dopo il conflitto di Cassano delle Murge avvenuto il 4 Gennaio 1863, la Colonna del L'Abbate era ritornata nel proprio territorio d'azione.
Nello stesso giorno 5 Gennaio 1863, a distanza di molti chilometri, si compiva un altro eccidio di altri 8 componenti della Colonna del Sergente Romano.
2 Patrioti furono uccisi in conflitto, mentre gli altri 6 che si erano arresi, furono interrogati, malmenati e fucilati.
Era la Colonna guidata dal polignanese Francesco Saverio L'Abbate.
Con lui vi erano altri due polignanesi (e non nativi di Putignano come pubblicato sul suo libro da Antonio Lucarelli).
Il nono componente fu braccato ed arrestato dopo alcuni giorni nelle campagne e fucilato anch'esso.


Comunque, dal 31 Dicembre del 1861 (1° Censimento del Regno d'italia) al 31 Dicembre del 1865, Gioja dal Colle da avere oltre 17.000 abitanti, ne contava poco più di 12.000.
La domanda che rivolgo ai capocchioni e professoroni di storia di Regime di questa "nazione", "libera", "civile" e "democratica" è questa:

CHE FINE FECERO PIÙ DI 5.000 GIOJESI?

Ci sarà qualcuno in questa "nazione", "libera", "civile" e "democratica" sgovernata da delinquenti e disonesti che mi vorrà rispondere?


Sul libro che sto realizzando, dal titolo:
"Gli scheletri nell'armadio degli orrori e della vergogna del Risorgimento", ci saranno i nomi di altri "briganti" uccisi o fucilati e non registrati negli Atti di Morte di altri Comuni.

Solo da queste poche informazioni qui riportate, si può desumere che 80 anni prima della 2ª Guerra Mondiale, i nazi-fascisti gli facevano un baffo ai criminali piemontesi-lombardi!!!

GABRIELE ORFINO TANCORRE



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LA CULTURA È UN BENE IMPORTANTE PER I DELINQUENTI DI STATO
... peccato che se non si è sotto l'ombra delle bandiere di Partito o non si è leccaculi di Stato a tempo perso o di professione, le scoperte archeologiche altrui vengono snobbate.

Figure preistoriche tracciate al suolo (pascolo) scoperte da me nell'Agosto del 2007.
Ogni Figura preistorica occupa una superficie di 200 x 300 metri.

Figura preistorica del "Cacciatore"


Figura preistorica del "Pastore"


Figura preistorica del "Danzatore"


Ubicazione delle Figure preistoriche